Museo Civico Archeologico e Paleontologico 2017-05-17T15:59:38+00:00

MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO E PALEONTOLOGICO

Il Museo, istituito nel 1995 e ospitato nel Palazzo del Podestà (sec. XIV) raccoglie le testimonianze archeologiche e paleontologiche del Montefeltro orientale. Nelle otto sale dell’esposizione è possibile ripercorrere le tappe essenziali della storia antica del Montefeltro, dal periodo preistorico a quello romano. Un ampio spazio è dedicato alla città romana di Pitinum Pisaurense, abitata dalla fine del III secolo a.C. e ubicata a circa 1 Km dal centro del paese (i cui resti costituiscono oggi una delle aree archeologiche più importanti dell’intera provincia), che continuò a vivere ininterrottamente almeno fino al VI secolo d.C.

La documentazione archeologica, esposta ora negli ambienti del Museo Civico, è per lo più frutto di rinvenimenti casuali e di raccolte di superficie. Essa è stata suddivisa in classi e tipi, illustrate in dettaglio nel catalogo disponibile presso lo stesso museo. Futuri scavi stratigrafici potranno arricchire ulteriormente le nostre conoscenze del tessuto urbano e della vita economica e culturale di Pitinum Pisaurense.

Saggi di scavo, condotti dalla Soprintendenza Archeologica delle marche sotto la direzione della dot.ssa Mercando negli anni 1970 e 1973, hanno individuato parte di un edificio con ambienti forniti di suspensurae e canalizzazioni per lo smaltimento delle acque. I materiali provenienti dallo scavo sono ora in deposito presso il Museo Civico.

Scavi effettuati nel 1990 presso la Pieve hanno poi messo in luce un tratto di strada romana basolata (larga m.4,10/4,20) uno dei decumani del tessuto urbano di Pitinum. Una necropoli è stata individuata sulla riva destra dell’Apsa.

A più riprese, sin dal XVII sec., sono stati recuperati reperti dall’area della città, confluiti a volte in altri contesti (iscrizioni del Palazzo Ducale di Urbino) e in collezioni private.

Il percorso museale prende avvio nella sala I (Preistoria) con una ricca esposizione preistorica, in cui vengono evidenziate le caratteristiche tecniche della scheggiatura della selce, del Paleolitico all’età dei metalli. A questa sezione fa seguito quella dei ritrovamenti preistorici e protostorici del Montefeltro (sala IIPreistoria e protostoria; sala didattica), con particolare riferimento ai manufatti dell’età del Bronzo e del Ferro, periodi ben documentati nella realtà valliva dei fiumi Foglia e Conca. Una specifica vetrina è dedicata alel nuove acquisizioni archeologiche locali, soprattutto ai reperti rinvenuti in seguito agli scavi condotti nel 2000 dalla Soprintendenza  per i Beni Archeologici delle Marche  in località Ceccoli (zona settentrionale di Pitinum Pisaurense) e Piandolce (piccolo insediamento del IV secolo a.C.). Le sale III e IV (Lapidario romano, Pitinum Pisaurense e suo territorio)ospitano esclusivamente i reperti della città romana di Pitinum Pisaurense e del suo territorio: epigrafi, monete, bronzetti, oggetti d’uso, vasellame, vetri, terrecotte architettoniche, etc. Mentre la sala V (Ricostruzione area cimiteriale) accoglie la ricostruzione al vero di alcune tombe scoperte nello strato medievale sopra il decumanus maximus di Pitino. Le tombre risalgono al XII – XIII secolo e si riferiscono all’area cimiteriale della Pieve medievale di San Cassiano “in Pitino”.

La Torre Civica

Altrettanto interessanti sono le testimonianze medievali delCastello di Macerata Feltria raccolte nella sala VI (Medioevo e Rinascimento): maioliche, mattoni iscritti, fregi.

Nelle sale VII e VIII (quest’ultima collocata al piano inferiore del palazzo) vengono presentati altri importanti manufatti antichi (statue, statuette fittili, oggetti di bronzo, ceramiche, ex voto) di provenienza non locale (e per questo separati dai reperti pitinati).

La visita continua nella suggesiva Torre Civica del XIII secolo (Macerata Feltria dal XVIII al XX sec.). Nei suoi quattro piani, con un percorso didattico di recente formulazione, sono collocati i fossili pazientemente raccolti lungo il territorio montefeltrano e in altre aree limitrofe (valle del Metauro) da Arnaldo e Gino Rinaldi ai quali è dedicata la raccolta.

Dall’alto di questa si domina tutta la vallata circostante con una visione panoramica di spettacolare effetto.